Come avevamo anticipato in un articolo scorso e ampiamente previsto dagli analisti, è arrivato il tanto atteso taglio dei tassi di interesse da parte della BCE. Nella riunione del consiglio direttivo del 6 giugno, è stata approvata una diminuzione di 0,25 punti base sui tassi di riferimento.
Questa mossa porta i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali al 4,25% (prima era al 4,50%), sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,50% (prima era al 4,75%) e sui depositi presso la banca centrale al 3,75% (prima era al 4%). Tale decisione riflette l'impegno della BCE a stimolare la crescita economica e ad affrontare le attuali sfide inflazionistiche nella zona euro.
La riduzione dei tassi mira a facilitare l'accesso al credito per imprese e famiglie, incentivando così gli investimenti e i consumi, elementi cruciali per il rafforzamento dell'economia europea.
Nel comunicato diffuso al termine del Consiglio direttivo, la BCE ha spiegato la decisione di ridurre i tassi di 25 punti base. Questa scelta si basa su una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Dopo nove mesi di tassi di interesse invariati, la BCE ha ritenuto opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria.
Dal settembre 2023, l'inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive inflazionistiche sono migliorate significativamente. Anche l'inflazione di fondo ha subito un calo, indicando un indebolimento delle pressioni sui prezzi, mentre le aspettative di inflazione sono scese su tutti gli orizzonti temporali. La politica monetaria restrittiva ha mantenuto condizioni di finanziamento rigide, contribuendo a frenare la domanda e a mantenere ben ancorate le aspettative di inflazione, favorendo così un ritorno dell'inflazione a livelli più gestibili.
La decisione della BCE di abbassare i tassi di interesse non è stata una sorpresa per il mercato. Nelle riunioni di marzo e aprile, l'autorità monetaria aveva già indicato un possibile taglio durante la riunione di giugno. Inoltre, nelle ultime settimane, diversi esponenti di rilievo dell'organizzazione, tra cui il vicepresidente Luis de Guindos, il capo economista Philip Lane e il governatore della Banca di Francia François Villeroy de Galhau, hanno sostenuto pubblicamente la necessità di ridurre i tassi.
La recente decisione della BCE di tagliare i tassi di interesse di un quarto di punto ha un impatto significativo sui mutui. Facendo una simulazione, un mutuo trentennale a tasso variabile di 200 mila euro con uno spread dell'1,50% comporta oggi una rata leggermente superiore a quella di un anno fa. A giugno 2023, la rata del mutuo era di 1074 euro, mentre a giugno 2024 è salita a 1096 euro. Tuttavia, rispetto ai massimi di novembre 2023, quando la rata era di 1135 euro, c'è una riduzione di 39 euro al mese, pari a un risparmio annuale di 468 euro.
Immaginando una riduzione di 0,25 punti base direttamente sull’Euribor, si stima una diminuzione ulteriore di 30 euro, portando la rata a 1066 euro, con un risparmio mensile di 69 euro (828 euro annuali) rispetto ai massimi di novembre.
Per lo stesso tipo di mutuo a tasso fisso, si registra un risparmio di 96 euro mensili rispetto a novembre, con una riduzione annuale di ben 1152 euro. La migliore rata disponibile al momento sul mercato per i mutui a tasso fisso è di 811 euro mensili a giugno 2024.
Grazie a questa diminuzione, le offerte relative ai mutui nei prossimi mesi dovrebbero diventare più vantaggiose rispetto a quelle attualmente sul mercato. Questo significa che le rate da pagare saranno più basse, alleviando il carico finanziario per molte famiglie.
Gli economisti di Francoforte hanno rivisto al rialzo le previsioni sull'andamento dei prezzi. Nonostante i progressi degli ultimi trimestri, permangono forti pressioni interne sui prezzi, principalmente a causa dell'elevata crescita delle retribuzioni. L'inflazione, quindi, probabilmente resterà al di sopra dell'obiettivo della BCE per gran parte del prossimo anno. Le ultime proiezioni degli esperti dell'Eurosistema indicano che sia l'inflazione complessiva sia quella di fondo saranno più alte nel 2024 e nel 2025 rispetto alle stime di marzo.
Secondo le nuove proiezioni, l'inflazione complessiva dovrebbe attestarsi in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all'1,9% nel 2026. L'inflazione al netto della componente energetica e alimentare è prevista al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026. Per quanto riguarda la crescita economica, si prevede un incremento dello 0,9% nel 2024, dell'1,4% nel 2025 e dell'1,6% nel 2026.
La diminuzione dei tassi d’interesse della BCE si è riflessa anche sui tassi dei mutui ipotecari. Di conseguenza, chi aveva optato a suo tempo per il tasso variabile, ora vedrà una diminuzione dell’ammontare della rata mensile.
Questo può non essere comunque sufficiente a sostenere le famiglie che già stavano vivendo una situazione finanziaria difficile.
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