Il crowdfunding, come già presentato nel precedente articolo, è un sistema di raccolta fondi mediante il quale gli investitori, attraverso piattaforme specifiche e riconosciute, finanziano un progetto di loro interesse, anche con piccole quantità di denaro, di carattere benefico o lucrativo, a seconda dell’intento per cui viene proposto.
Tali progetti vengono presentati sui portali web per un determinato periodo di tempo, al termine del quale, nel caso in cui il budget necessario venga raggiunto, il promotore può avviarne lo sviluppo e ricompensare i finanziatori sulla base di quanto stabilito in partenza, in particolare per quanto riguarda l’avvio di una start up (equity based) o per i finanziamenti che prevedono una ricompensa per il donatore (reward based). Se al contrario alla scadenza non vengono raccolti fondi a sufficienza, il progetto viene considerato fallito e il denaro raccolto fino a quel momento viene rimborsato ai finanziatori.
A partire da 2014, il fenomeno ha preso piede anche nel nostro paese, al punto che sono già state attivate ben 63 piattaforme, mentre altre 13 stanno per essere avviate. Come riportato dall’Osservatorio sul Crowdfunding, istituito dalla School of Management del Politecnico di Milano, nel 2017 si è visto un incremento dei progetti finanziati attraverso la pratica di crowdfunding pari al 45% rispetto all’anno precedente, in particolare per quanto riguarda i modelli equity e reward, con cifre che superano un totale di 41 milioni di euro di fondi raccolti durante lo scorso anno.
La domanda più comune che automaticamente ci si pone è se la pratica di Crowdfunding sia esente da pericoli o ci si possa imbattere nella possibilità di subire una truffa.
Ad oggi l’equity based crowdfunding, ossia il modello maggiormente soggetto a rischio in quanto prevede un ritorno economico per l’investitore in termini di quote capitali, è regolamentato in Italia dalla Consob mediante il D. leg. n. 179/2012, secondo cui le piattaforme web devono essere dirette da soggetti autorizzati dalla stessa Consob ed iscritti in uno specifico registro. Anche le banche devono essere autorizzate ad operare per di questo tipo di servizio.
Tuttavia non esiste una garanzia assoluta che neghi la possibilità di incorrere in una frode, per questo motivo gli investitori devono valutare attentamente la natura del progetto che desiderano finanziare e se offre o meno garanzie. L’equity crowdfunding è inoltre più lungo per l’investitore in quanto alla chiusura dell’operazione la società deve essere chiusa.
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Rendimento Etico è una delle principali piattaforme in Italia autorizzate a operare nel settore dell'equity crowdfunding.
Credito Italia nella persona del suo amministratore, in
vista delle imminenti nuove norme regolatorie che verranno emanate
dall'Unione Europea in riferimento al mercato FinTech, ha deciso di
cambiare nome per evitare ogni possibile equivoco sulla sua attività
di gruppo (con riferimento sia a Rendimento Etico srl che a Credit
Investment NPL srl) e sulla sua mission focalizzata esclusivamente al mondo
immobiliare residenziale e agli NPL.
Quindi da oggi il nostro nome sarà
Case Italia srl e abbiamo cambiato nome anche alla nostra
controllata CI NPL srl mentre resta confermato il nome della nostra
piattaforma Rendimento Etico srl.
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