Se segui il nostro blog regolarmente, sai che ne parliamo spessissimo: in molti casi il problema del debito non finisce con la (s)vendita della casa all’asta, ma continua a perseguitare gli ex proprietari per molto tempo, a volte anche per tutta la vita. Se le pretese dei creditori non possono essere completamente soddisfatte tramite il ricavato della vendita, questi possono attaccarsi ad altri beni di proprietà del debitore e arrivare persino a chiedere il pignoramento di un quinto del suo stipendio.
Il nostro post di oggi è dedicato proprio a questo argomento: in quali casi si arriva al pignoramento dello stipendio e cosa puoi fare per evitarlo? Risponderemo a queste e ad altre domande attraverso la testimonianza reale di Jenni, una delle tante persone che abbiamo aiutato a evitare l’asta e a risolvere il problema del debito in modo definitivo!
Jenni e suo marito comprano casa nel 2005 con l’idea di avere finalmente un’abitazione tutta per loro e per i loro due bambini.
Durante i primi anni riescono a far quadrare i conti, fino a che nel 2011 non decidono di separarsi. A quel punto, la coppia si trova nella situazione di dover rivedere il proprio budget. Decidono di mettere in vendita la casa e Jenni torna a vivere insieme alla madre.
Vendere la casa risulta però più difficile del previsto. Il tempo passa, nel frattempo l’ex marito di Jenni perde il lavoro e, con due bambini a cui pensare, nessuno dei due è più in grado di pagare le rate del mutuo. Ormai Jenni può contare soltanto sul suo lavoro part-time e riuscire a pagare mutuo e arretrati è diventata una missione impossibile. Intanto, proprio a causa degli arretrati che continuano ad accumularsi, il debito aumenta a dismisura.
Jenni non si perde d’animo e prosegue nei suoi tentativi di vendere la casa. L’immobile però è disabitato da parecchio tempo e avrebbe quindi bisogno di diversi interventi di manutenzione. Questo fatto scoraggia i potenziali acquirenti perché, oltre a dover accendere il mutuo per finanziare l’acquisto, dovrebbero poi investire altro denaro in ristrutturazioni. Arrivata a questo punto, la nostra protagonista comincia a essere veramente stanca di tutta la situazione. Non sa più come uscirne, non riesce a intravederne la fine.
Arriviamo al 2015, quando Jenni riceve un atto dal Tribunale con cui viene a conoscenza del fatto che la casa acquistata insieme all’ex marito sarebbe stata messa all’asta.
Ma i problemi non sono ancora finiti, e qui siamo al nocciolo del post di oggi. Perché a Jenni viene pignorato anche un quinto dello stipendio, nonostante la sua casa non sia ancora stata venduta all’asta. Così si ritrova con casa e stipendio pignorati!
Vedremo che, grazie all’intervento di Case Italia, per fortuna la storia di Jenni si è conclusa nel migliore dei modi. Prima di scoprire com’è andata a finire, vediamo però di approfondire gli aspetti principali che riguardano il pignoramento dello stipendio.
Nel momento in cui una persona non riesce più a ripagare i propri debiti, i creditori possono aggredire i beni di sua proprietà per cercare di ottenere quanto gli spetta. In sostanza, si rivolgono al Tribunale per fare in modo che venga avviata la procedura di pignoramento. I beni da pignorare vengono scelti dai creditori e tra questi vi è anche lo stipendio del debitore.
Ciò significa che i creditori non devono per forza passare prima dal pignoramento della casa del debitore e constatare la presenza di un debito residuo dopo la vendita all’asta. Se ritengono che pignorare lo stipendio del debitore sia il modo migliore per recuperare il credito, possono presentarne richiesta al Giudice già nelle prime fasi della procedura esecutiva.
Il pignoramento dello stipendio è una forma di pignoramento presso terzi, perché di fatto riguarda un credito (cioè lo stipendio) che il debitore vanta nei confronti di una terza persona (in questo caso, il suo datore di lavoro).
Il creditore ha quindi la possibilità di chiedere che una parte dello stipendio del debitore venga trattenuta direttamente dal datore di lavoro o dalla banca. Nello specifico:
È sempre il creditore a decidere di quale di queste due modalità avvalersi.
Va da sé che, nonostante il pignoramento, il debitore continui ad avere il diritto di provvedere al suo mantenimento e a quello della sua famiglia. Per questo motivo, in linea di massima la quota pignorata non può essere superiore a un quinto del suo stipendio netto, da cui devono essere già dedotte tutte le trattenute previste dalla legge.
Quando il creditore è l’Agenzia delle Entrate, la quota pignorata varia in base all’ammontare dello stipendio mensile:
È importante precisare che, al contrario di quanto avviene per le pensioni, non c’è un minimo vitale al di sotto del quale non si può pignorare alcuna quota. Indipendentemente dall’ammontare del salario, una parte di questo potrà essere sempre soggetta a pignoramento.
La protagonista della nostra storia si è trovata in difficoltà anche perché, a un certo punto, le è stato pignorato un quinto dello stipendio. E questo nonostante lavorasse solo part-time e avesse due bambini piccoli di cui occuparsi.
Alla fine, però, la sua situazione si è risolta nel migliore dei modi. Oggi Jenni non ha più alcun debito e ha finalmente ricominciato a percepire il suo stipendio per intero. Com’è stato possibile tutto questo? Jenni si è affidata al nostro affiliato Luca Di Paola, che nel giro di pochissimo tempo è riuscito ad azzerarle completamente il debito. Ha evitato che la casa finisse all’asta e ha avviato una trattativa privata con i suoi creditori.
Se la casa fosse andata all’asta, avrebbe rischiato di essere svenduta per una cifra ridicola, che non sarebbe bastata a saldare tutti i debiti di Jenni. E lei si sarebbe trovata ancora indebitata pur avendo perso la casa! Luca ha invece concluso un accordo che le ha permesso di saldare tutti i debiti tramite la vendita della casa. I creditori si sono dovuti accontentare di ricevere meno di quanto effettivamente gli spettava, ma in cambio hanno avuto la garanzia di ricevere subito la somma pattuita, cosa che le aste non sono mai in grado di garantirgli. Una volta ottenuto quanto concordato, hanno firmato una rinuncia agli atti, con la quale hanno rinunciato ad avanzare qualsiasi ulteriore pretesa nei confronti di Jenni, presente e futura. Così, la nostra protagonista si è liberata del problema del debito, subito e una volta per tutte!
Da oltre tredici anni, noi di Case Italia ci occupiamo di risolvere il problema del debito nel nostro paese. Abbiamo già aiutato tantissime persone e tantissime famiglie a evitare la vendita all’asta della loro casa e a ottenere la rinuncia agli atti!
Portiamo avanti la trattativa con i creditori, azzeriamo completamente il debito e la tua casa la compriamo direttamente noi! Così non devi nemmeno preoccuparti di trovare un acquirente per tempo!
Se stai vivendo una situazione simile a quella di Jenni, agisci subito! Visita il sito di Case Italia e contattaci! Valuteremo insieme la tua situazione per capire come risolverla nel migliore dei modi.
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