Nell'annuncio tanto atteso della riunione del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea del 11 aprile 2024, è stato confermato ciò che molti esperti prevedevano: i tre tassi di riferimento della BCE restano immutati.
Questo evento ha suscitato reazioni e speculazioni da parte degli addetti ai lavori, mentre gli investitori sono alla ricerca di indizi su futuri movimenti dei tassi.
La BCE ha scelto di mantenere i tassi invariati in seguito alla conferma delle prospettive di inflazione a medio termine. Nonostante una riduzione dell'inflazione, le pressioni interne sui prezzi, specialmente nei servizi, rimangono significative. Le misure dell'inflazione di fondo stanno diminuendo, mentre la crescita dei salari e le condizioni di finanziamento restrittive continuano a influenzare l'economia.
La BCE mira al ritorno dell'inflazione al 2% a medio termine, mantenendo i tassi di interesse in un livello che contribuisce alla disinflazione. Di conseguenza, i tassi rimangono invariati e continueranno a essere sufficientemente restrittivi finché necessario. Se la valutazione futura confermerà una stabile convergenza dell'inflazione verso l'obiettivo, la BCE potrebbe considerare la riduzione della restrizione della politica monetaria.
Tuttavia, non è specificato quando avverrà questa riduzione, poiché Lagarde adotta un approccio “data driven” e le decisioni verranno prese di volta in volta, senza un percorso di riduzione prefissato.
La BCE prevede una riduzione dell'inflazione nei prossimi anni, sebbene a un ritmo più lento rispetto al 2023. Quanto ai futuri tagli dei tassi di interesse, la BCE ha mantenuto un approccio cauto senza fornire indicazioni certe sul momento in cui potrebbero avvenire. Christine Lagarde ha accennato alla possibilità di iniziare i tagli non prima di giugno, ma l'analisi dei futures mostra una prospettiva di riduzione dell'Euribor a 3 mesi entro la fine dell'anno e verso quota 2,65% dopo la primavera del 2025.
Tuttavia, Fabio Femiani, responsabile mutui di idealista per l'Italia, suggerisce cautela, sottolineando che la visibilità sulla situazione sarà maggiore a giugno. Il profilo prudente del Consiglio Direttivo indica che una discesa forte dei tassi potrebbe non verificarsi entro la fine dell'anno.
L'attesa di una potenziale discesa dei tassi di interesse della BCE nel prossimo futuro ha già influenzato la tendenza al ribasso dei parametri di riferimento dei mutui a tasso fisso e variabile (Eurirs e Euribor). Secondo i dati di idealista/mutui, questa tendenza si è riflessa anche nelle rate dei mutui.
Un esempio: considerando un mutuo trentennale da 200 mila euro con uno spread del 1,50%, si è osservata una riduzione delle rate rispetto a settembre 2023 per i mutui a tasso variabile, con una diminuzione di 7 euro mensili (84 euro annuali) rispetto all'inizio dell'anno. Per i mutui a tasso fisso, invece, si sono registrati livelli ancora più convenienti rispetto a maggio 2023, con una riduzione di 28 euro mensili (336 euro annuali). Tuttavia, le rate dei mutui a tasso fisso sono aumentate di 9 euro mensili (108 euro annuali) rispetto al mese precedente, mentre i mutui a tasso variabile sono diventati più convenienti di 120 euro mensili rispetto al mese scorso, ma hanno registrato un aumento di 467 euro mensili rispetto a maggio 2022, prima degli aumenti dei tassi della BCE.
Analizzando i dati relativi alla domanda di mutui, si evidenzia che la miglior rata disponibile per i mutui a tasso fisso è di 738 euro. Inoltre, alcune banche stanno offrendo condizioni vantaggiose per immobili "green", con tassi scontati anche inferiori all'IRS di riferimento. Questo suggerisce una crescente attenzione da parte delle istituzioni finanziarie verso la promozione di investimenti sostenibili nel settore immobiliare.
Nonostante l'incertezza su quando avverrà effettivamente un taglio dei tassi di interesse, l'analisi dell'offerta di mutui da parte delle banche partner di idealista rivela un'offerta al ribasso da parte degli istituti di credito. Allo stesso tempo, si osserva una ripresa della domanda da parte dei clienti, che anticipano una probabile discesa dei tassi nel futuro prossimo.
Gli istituti di credito stanno proponendo offerte al ribasso, soprattutto per i mutui a tasso fisso e nel comparto green, dove alcune banche sono incentivate a promuovere investimenti sostenibili. Tassi vantaggiosi, come quelli nell'area del 2,55%-2,75% per mutui di durata 25 o 30 anni, stanno diventando sempre più comuni, soprattutto per prestiti con Loan-to-Value (LTV) inferiori all'80%. La ripresa della domanda da parte dei consumatori, superiore alle previsioni, suggerisce un'aspettativa di tagli futuri dei tassi.
Tuttavia, il costo dei finanziamenti per la casa a tasso variabile rimane ancora elevato. Coloro che hanno un finanziamento a tasso variabile vedono ancora le proprie rate aumentare, in alcuni casi di oltre il 60% rispetto al primo semestre del 2022. Nonostante ciò, esiste la possibilità di trasferire il proprio mutuo presso un altro istituto a costo zero, beneficiando di un tasso migliorativo tramite la surroga del mutuo. Questo può essere un'opportunità per ridurre il costo complessivo del finanziamento e mitigare gli effetti negativi dei tassi variabili ancora elevati.
La stabilità dei tassi d’interesse della BCE nell’ultimo periodo si è riflessa anche sui tassi dei mutui ipotecari. Di conseguenza, chi aveva optato a suo tempo per il tasso variabile, in molti casi si è visto aumentare l’ammontare della rata mensile.
Questo può essere particolarmente problematico per coloro che già stavano vivendo una situazione finanziaria difficile.
Se ti trovi tra coloro che rischiano di vedersi la casa pignorata o hanno già subito il pignoramento, c’è una cosa importante che devi sapere: prima o poi, una casa pignorata finisce per andare all’asta. Durante le aste immobiliari, le case spesso non vengono vendute, ma svendute a un prezzo molto inferiore al loro valore di mercato.
Tutto ciò si traduce in una perdita per gli ex proprietari, che possono trovarsi ancora pesantemente indebitati nonostante la perdita della casa. Se il ricavato dell'asta non copre tutti i debiti, la parte mancante, detta anche debito residuo, continua a gravare sulle loro spalle anche dopo la vendita all'asta.
Cosa puoi fare dunque se ti trovi in questa situazione e vuoi evitare di restare indebitato per lungo tempo, magari per il resto della tua vita?
Fortunatamente esiste una soluzione alternativa all’asta, che puoi mettere in pratica anche se la tua casa è già stata pignorata. Stiamo parlando del saldo e stralcio con rinuncia agli atti, un sistema che ti permette di vendere la casa evitando la svendita all’asta e di azzerare al contempo tutti i debiti.
Ma vediamo meglio come funziona: invece di stare ad aspettare che la tua casa venga svenduta all’asta, prendi contatto con tutti i creditori coinvolti nella procedura. L’obiettivo? Trovare un accordo con ciascuno di loro che ti consenta di azzerare completamente i tuoi debiti.
Con questo sistema, i creditori dovranno accontentarsi di ricevere meno di quanto gli spetta. Perché mai dovrebbero accettare? La buona notizia è che, con tutta probabilità, saranno propensi a scendere a patti. Le aste sono infatti molto rischiose anche per loro: gli esiti sono incerti, le tempistiche molto lunghe e, di conseguenza, nessuno è in grado di garantirgli se e quando riceveranno indietro i loro soldi.
Con la nostra soluzione avranno invece la certezza di ricevere subito la somma pattuita, senza dover fare i conti con tutte le incertezze della (s)vendita all’asta.
Tu dovrai comunque vendere la casa in modo da poter pagare i creditori. In questo caso però, lo farai con la garanzia di azzerare tutti i tuoi debiti, senza rischiare di trascinarti in una situazione economica complicata per il resto della tua vita.
Nel momento in cui avranno ricevuto i loro soldi, i creditori saranno infatti chiamati a firmare una rinuncia agli atti, con la quale rinunceranno ad avanzare qualsiasi ulteriore pretesa nei tuoi confronti, presente e futura. Si tratta di un documento fondamentale, che segna di fatto la tua uscita definitiva dalla spirale del debito!
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