Ecobonus: addio caldaie a gas. Ecco cosa cambia nel 2025

Ecobonus: addio caldaie a gas. Ecco cosa cambia nel 2025

Ecobonus 2025: nuove regole, aliquote e incentivi per la riqualificazione energetica della tua casa

Ecobonus: addio caldaie a gas. Ecco cosa cambia nel 2025

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato la proroga degli incentivi come l’Ecobonus e il Bonus Ristrutturazioni fino al 2027, come detto nel nostro precedente articolo, ma con una svolta cruciale: l’esclusione degli impianti alimentati da combustibili fossili dagli interventi agevolabili. 

Dal 1° gennaio 2025, infatti, è vietato incentivare l’acquisto di caldaie a gas, in linea con la Direttiva Case Green, che mira alla neutralità climatica. Entro il 2040, gli impianti a combustibili fossili saranno completamente ritirati dal mercato, spingendo verso soluzioni più sostenibili come pompe di calore, impianti ibridi ed energie rinnovabili. L’obiettivo? Un futuro più verde ed efficiente, casa dopo casa.
 

Aliquote Ecobonus: come cambia il sistema delle detrazioni fiscali


La Legge di Bilancio 2025 segna un cambiamento importante per il sistema dell’Ecobonus: le aliquote più alte saranno disponibili per chi realizzerà i lavori entro il 2025 (guarda qui la tabella per i dettagli). Successivamente, queste percentuali scenderanno gradualmente nei due anni successivi, in linea con la strategia del governo di razionalizzare gli sgravi fiscali e contenere l’impatto sul bilancio pubblico.

La scelta di un sistema progressivo non è casuale, ma si inserisce in una visione strategica che mira a:

  • Evitare un peso eccessivo per le finanze statali, distribuendo gli incentivi in modo più sostenibile.
  • Stimolare interventi tempestivi, incoraggiando i proprietari a sfruttare le aliquote più vantaggiose nei primi anni.
  • Promuovere l’efficienza energetica, rispettando gli obiettivi della Direttiva Case Green e del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).

Questo nuovo assetto rappresenta una sfida per i contribuenti, ma offre anche un’opportunità: pianificare e realizzare interventi che non solo migliorano le prestazioni energetiche degli edifici, ma si traducono anche in un risparmio economico nel lungo termine.
 

Addio agli incentivi per le Caldaie a Gas


Con l’entrata in vigore della nuova Legge di Bilancio, il governo italiano ha recepito la normativa europea, escludendo le caldaie a combustibili fossili dagli incentivi fiscali per i lavori di ristrutturazione e riqualificazione domestica. Questa decisione non è solo un obbligo giuridico per evitare procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea, ma rappresenta un passo cruciale nella transizione energetica. Le caldaie a gas, per anni protagoniste dei sistemi di riscaldamento italiani, sono oggi considerate un ostacolo agli obiettivi climatici fissati per il 2030 e il 2050. 

Diverse associazioni ambientaliste – tra cui Greenpeace, Legambiente e WWF Italia – hanno ribadito la necessità di eliminare qualsiasi forma di incentivo alle tecnologie basate su combustibili fossili. Secondo queste organizzazioni, continuare a sostenere sistemi come le caldaie a gas non solo rallenta il passaggio a soluzioni sostenibili, come pompe di calore, solare termico e bioenergie, ma è in netto contrasto con gli impegni climatici europei.

Nel 2022, circa 4,2 miliardi di euro sono stati spesi in incentivi che includevano tecnologie alimentate a gas fossile. Una redistribuzione di queste risorse verso sistemi a zero emissioni – come impianti alimentati da energie rinnovabili – rappresenterebbe un cambiamento epocale, in grado di ridurre non solo le emissioni, ma anche le bollette delle famiglie italiane. Il messaggio è chiaro: la transizione energetica passa anche attraverso le nostre scelte quotidiane.
 

Stop Definitivo Entro il 2040


Il progressivo abbandono delle caldaie a gas non avverrà da un giorno all’altro, né chi le possiede sarà obbligato a sostituirle immediatamente. Questo cambiamento, parte integrante della strategia di transizione energetica europea, mira a ridurre le emissioni di gas serra e a incentivare l’adozione di fonti rinnovabili. Il divieto totale è fissato per il 2040, quando sarà vietata non solo l’installazione, ma anche la produzione e la vendita di sistemi di riscaldamento alimentati da combustibili fossili.

Per comprendere pienamente l’impatto delle nuove disposizioni, è utile fare riferimento alla comunicazione C/2024/6206 della Commissione Europea, pubblicata il 18 ottobre 2024. Questa chiarisce che il divieto, già in vigore dal 1° gennaio 2025, si applica specificamente alle “caldaie uniche” alimentate esclusivamente da combustibili fossili, con un’importante eccezione: le caldaie approvate per gli investimenti prima del 2025 potranno ancora beneficiare di alcune agevolazioni.

Ma cosa si intende per “caldaia unica”? Si tratta di impianti che non integrano alcuna tecnologia in grado di sfruttare energie alternative, come il solare termico o le pompe di calore ibride. La normativa fa riferimento a combustibili fossili tradizionali come petrolio, gas naturale e carbone, che rappresentano i principali responsabili delle emissioni di CO₂.

Questo percorso graduale verso il 2040 è stato progettato per garantire una transizione equilibrata. L’Unione Europea punta così a creare un sistema energetico più sostenibile e resiliente, capace di rispettare gli impegni climatici fissati per il 2030 e il 2050. Le famiglie, nel frattempo, avranno l’opportunità di approfittare di nuove tecnologie più efficienti, che non solo riducono l’impatto ambientale, ma possono anche generare risparmi significativi nel lungo periodo.
 

Incentivi Fiscali: Quando Sono Ancora Applicabili?


Nonostante il giro di vite sulle caldaie a combustibili fossili, gli incentivi fiscali non spariscono del tutto: continueranno ad essere accessibili per sistemi di riscaldamento che favoriscono l’adozione di energie rinnovabili. La Direttiva Case Green, infatti, promuove agevolazioni solo per impianti ibridi e sistemi alimentati al 100% da fonti rinnovabili, come pannelli solari termici o pompe di calore.

Un impianto ibrido combina almeno due tecnologie per la generazione di calore. Un esempio tipico è l’accoppiamento di una pompa di calore con una caldaia a gas o con pannelli solari termici. Per accedere agli incentivi, è essenziale che la componente rinnovabile fornisca una quota significativa di energia, soddisfacendo una parte rilevante del fabbisogno energetico dell’edificio. La normativa europea richiede ai governi nazionali di stabilire criteri precisi per misurare e verificare la quantità di energia rinnovabile prodotta da questi impianti. Questo controllo sarà fondamentale per garantire che le agevolazioni vadano effettivamente a sostenere tecnologie più sostenibili e a ridotto impatto ambientale.

Un elemento chiave delle nuove direttive è la proporzionalità degli incentivi rispetto alla quantità di energia rinnovabile generata. Questo meccanismo premiale mira a incentivare l’utilizzo di sistemi più performanti, contribuendo così alla transizione verso un riscaldamento a basse emissioni di carbonio.

Inoltre, la Commissione Europea ha precisato che gli incentivi, laddove previsti, continueranno ad essere disponibili per interventi di miglioramento su caldaie già esistenti, come la loro trasformazione per ridurre l’impatto ambientale, la rottamazione o la riparazione.
 

Transizione Energetica: le tappe chiave verso la decarbonizzazione degli edifici


Il futuro del settore edilizio in Europa si prepara a una svolta epocale, con una serie di misure scandite da scadenze rigorose che puntano alla completa decarbonizzazione entro il 2050. Dal 2025 non saranno più disponibili incentivi pubblici o detrazioni fiscali per l’acquisto di caldaie e fornelli a gas. Questa misura intende spingere i cittadini verso sistemi ibridi o completamente alimentati da energie rinnovabili. Tuttavia, per garantire una transizione equa, sarà necessario accompagnare il cambiamento con incentivi mirati e formazione per i professionisti del settore edilizio. Sempre entro il 31 dicembre 2025, gli Stati membri dell’UE dovranno presentare un piano dettagliato di ristrutturazione del patrimonio immobiliare nazionale. Questo piano segnerà il punto di partenza per i successivi decreti legislativi, da adottare entro il 29 maggio 2026.

La transizione entrerà nel vivo a partire dal 2026. Entro il 31 dicembre, tutti gli edifici pubblici e non residenziali con una superficie superiore a 250 mq dovranno essere dotati di impianti fotovoltaici. Questo obbligo sarà esteso agli edifici privati entro il 2030, favorendo l’adozione su larga scala delle energie rinnovabili.

Dal 2027, ogni nuova costruzione dovrà rispettare limiti specifici di GWP (potenziale di riscaldamento globale), e dal 2028, gli edifici della pubblica amministrazione dovranno abbandonare completamente i combustibili fossili. In parallelo, gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero, con il GWP calcolato obbligatoriamente per tutti gli immobili superiori ai 1000 mq.

Entro il 2030, il consumo energetico degli edifici residenziali dovrà essere ridotto del 16% rispetto ai livelli del 2020. Per i non residenziali, si prevede una riduzione minima del 26% entro il 2033, con un obiettivo comune di riduzione del 22% per entrambi i settori entro il 2035.

La fase finale del percorso è fissata per il 2040, quando sarà vietato installare nuovi impianti a gas nelle case di nuova costruzione. Chi possiede già caldaie o fornelli a gas potrà continuare a utilizzarli, ma sarà incentivato a sostituirli gradualmente. L’obiettivo ultimo è la completa decarbonizzazione entro il 2050, con revisioni periodiche ogni cinque anni per monitorare i progressi. Questa trasformazione rappresenta una sfida senza precedenti, ma anche una grande opportunità per costruire un futuro sostenibile, riducendo drasticamente l’impatto ambientale degli edifici.
 

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