Se segui questo blog regolarmente, sai che il nostro principale obiettivo è quello di fornire un supporto alle persone che rischiano di perdere la loro casa all’asta, di dare dei consigli concreti e di invitarle a contattarci. Perché nella maggior parte dei casi noi possiamo risolvere il loro problema. E in questa situazione di crisi lo stiamo facendo anche più di prima. Forse avrai notato anche tu che nelle ultime settimane abbiamo dedicato una serie di articoli agli aiuti messi a disposizione dal nostro Governo per chi sta subendo le conseguenze del Coronavirus anche sul piano finanziario.
Vista l’eccezionalità della situazione che stiamo vivendo, pensiamo però di dover parlare di mercato immobiliare anche in senso più ampio. Il futuro di questo settore ci riguarda da vicino e crediamo che una riflessione ragionata vada a beneficio di tutti: di noi operatori ma anche di tutte le persone che aiutiamo ogni giorno a uscire dal problema del debito.
E nel post di oggi parleremo proprio di questo. Vedremo che il mercato immobiliare si troverà ad affrontare delle sfide, ma non mancheranno le opportunità per chi saprà muoversi nel modo giusto. Del resto, non è il primo articolo che dedichiamo a questo argomento. Questa volta andremo però ad analizzare gli scenari possibili per le diverse tipologie di immobile, suddivisi in base alla loro destinazione d’uso. E vedremo che in questo senso possiamo attenderci delle differenze importanti, un mercato a due velocità caratterizzato da alcuni settori destinati a viaggiare verso la ripresa più rapidamente di altri.
Partiamo dunque dall’analisi di questi diversi settori. Passeremo poi a darti qualche consiglio su come converrà muoversi sul mercato nel corso dei prossimi mesi.
L’abitazione primaria, la cosiddetta “prima casa”, è un bene essenziale per ciascuno di noi. Nessuno può rinunciare ad avere un tetto sopra la testa e anche nello scenario post-Coronavirus possiamo attenderci una diminuzione della domanda tutto sommato limitata. La domanda è il primo fattore che determina i prezzi, che di conseguenza non dovrebbero subire un crollo nel medio termine.
D’altra parte, diverse persone che avevano programmato l’acquisto di una casa dovranno probabilmente rimandare i loro piani. A causa della crisi economica, potrebbero ritrovarsi senza il denaro necessario e senza le garanzie che occorre fornire alle banche per ottenere un mutuo. Così potrebbero orientarsi su una casa in affitto o su altre soluzioni, come quella di continuare a vivere insieme ai genitori.
In definitiva, le abitazioni primarie non dovrebbero andare incontro a un vero e proprio crollo dei prezzi, ma è comunque ragionevole attendersi una diminuzione. Devi però anche considerare che proprio questa diminuzione potrebbe dare una spinta all’acquisto. Insomma, chi potrà permettersi di acquistare la prima casa lo farà, per via dei prezzi più bassi e dei tassi di interesse ai minimi storici. E questo potrebbe proprio essere il motore della ripresa, che si preannuncia quindi più rapida per le abitazioni primarie rispetto ad altre tipologie di immobile.
Per quanto riguarda le case in affitto, possiamo attenderci uno scenario diverso. Chi ha un immobile a reddito dovrà molto probabilmente prepararsi a sopportare un calo del rendimento. E questo vale soprattutto per le locazioni brevi. In questo momento di stop, i proprietari delle case in affitto per brevi periodi hanno già dovuto sopportare delle perdite ingenti. Il motivo è semplice: nessuno si sposta più, né per motivi di lavoro, né tantomeno per fare viaggi di piacere. E questa tendenza potrebbe continuare in parte anche dopo la fine del periodo di emergenza, in quanto è ragionevole attendersi che passerà del tempo prima che tutti riprendano a vivere secondo le loro abitudini. Per questo motivo, il settore degli affitti a breve termine potrebbe fare molta fatica a riprendersi, almeno nel medio termine.
Riguardo invece alle locazioni per lunghi periodi, possiamo attenderci una maggiore stabilità della domanda, comunque accompagnata da una discesa dei prezzi dovuta alla diminuzione generale del potere d’acquisto degli italiani. Questa crisi economica lascerà probabilmente degli strascichi importanti, nonostante il nostro Governo abbia approvato un pacchetto di misure per limitare i danni e favorire la ripresa. Resta il fatto che molti di noi dovranno fare i conti con la triste realtà di disporre di un reddito più basso rispetto a prima, che si ripercuoterà anche sulle effettive possibilità di pagare l’affitto.
Gli immobili di tipo commerciale saranno probabilmente i più colpiti dalla crisi. Questo perché sono destinati ad ospitare le attività economiche, quelle che più subiranno le conseguenze della chiusura temporanea e del periodo difficile che si prospetta per l’economia del nostro paese.
Con tutta probabilità, i settori più colpiti saranno quelli del turismo (quindi alberghi, B&B, appartamenti di vacanza) e del commercio al dettaglio. Ma per i negozi, come per l’industria, molto dipenderà dal tipo di beni che vendono e producono. Ad esempio, la domanda dei beni di prima necessità come alimentari e dispositivi sanitari, è destinata a rimanere stabile o a registrare addirittura un aumento.
Dall’analisi dei diversi settori, possiamo concludere che ci sarà un mercato immobiliare a due velocità. Da un lato avremo il mercato delle abitazioni primarie, che sarà meno soggetto agli effetti della crisi e andrà incontro a una ripresa più rapida. Dall’altro ci saranno gli immobili commerciali e le case in affitto (soprattutto quelle date in locazione per brevi periodi), che saranno invece molto più esposti agli effetti della crisi economica. Per questa fetta di mercato, la ripresa sarà più incerta e richiederà probabilmente più tempo.
Finora abbiamo parlato delle diverse tipologie di immobili e di quali saranno probabilmente destinate a soffrire meno delle conseguenze della crisi da Coronavirus. Adesso è invece arrivato il momento di affrontare un altro aspetto importante: quando ci troviamo di fronte a uno scenario di questo tipo, come ci dobbiamo comportare? Vale ancora la pena di operare nel mercato immobiliare o potrebbe diventare troppo rischioso?
Su questo possiamo stare relativamente tranquilli: il mercato immobiliare tende a essere piuttosto stabile. Certo, non è immune alle conseguenze di una crisi economica, ma finora ha sempre dimostrato di essere in grado di attutire il colpo. Questa crisi colpirà soprattutto chi ha acquistato una casa prima dell’emergenza Coronavirus senza prestare particolare attenzione alla fase di trattativa. Chi ha comprato prima della crisi senza preoccuparsi di concludere un buon affare e si ritrova a dover rivendere adesso, dovrà sopportare delle perdite più o meno importanti.
Lo scenario post-Coronavirus si profila invece come il momento giusto per acquistare una casa, sia per uso personale che come investimento. I prezzi saranno più bassi come pure i tassi di interesse, che hanno ormai toccato i minimi storici.
Al di là dell’attuale situazione di crisi, quando operiamo nel settore immobiliare dobbiamo farci guidare da un principio importante: l’affare lo si fa quando si compra una casa, non quando la si rivende. In questo modo, aumentiamo anche le probabilità di riuscire a fronteggiare periodi come quello che stiamo vivendo, evitando le perdite o riducendole ai minimi termini.
E c’è un modo per farlo che ti consente di operare in modo etico e sostenibile, dando una mano a chi si trova in difficoltà e rischia di perdere la sua casa all’asta. È quello che noi di Case Italia facciamo da ormai oltre dieci anni: acquistiamo le case pignorate azzerando completamente il debito degli ex proprietari, cosa che una vendita all’asta non è mai in grado di garantire. E operando in questo modo abbiamo già aiutato tantissime famiglie italiane a uscire dall’indebitamento!
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