Se segui il nostro blog regolarmente, è probabile che tu sappia già che la scorsa settimana abbiamo pubblicato un primo articolo sulla nuova direttiva europea riguardante le case green. Nel post di oggi torneremo sull’argomento, focalizzandoci maggiormente sui rischi connessi al pignoramento e alle aste immobiliari.
Nello specifico, vedremo come l’entrata in vigore della direttiva rischi di portare consistenti svalutazioni per quegli immobili che non verranno adeguati per tempo ai nuovi criteri previsti. Un problema che andrà soprattutto a pesare sulle case che finiranno all’asta.
Come sempre, non parleremo però solo di problemi ma anche di soluzioni: il saldo e stralcio con rinuncia agli atti è di fatto l’unico modo che permette di evitare l’asta e azzerare al contempo tutti i debiti degli ex proprietari. Qui ti spiegheremo come funziona e cosa puoi fare concretamente per metterlo in pratica se la tua casa è stata pignorata o temi che lo sarà a breve.
Dei contenuti della nuova direttiva europea sulle case green abbiamo già parlato in modo approfondito la scorsa settimana, perciò in questo primo paragrafo ci limiteremo a riassumerne i punti fondamentali.
In buona sostanza, la direttiva mira a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, nell’ottica di ottimizzare i consumi e ridurre gli sprechi al minimo.
Gli immobili residenziali non di nuova costruzione, ovvero la categoria di edifici che probabilmente ti riguarda più da vicino, dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033 (salvo alcune eccezioni).
Le classi energetiche definiscono appunto il grado di efficienza energetica degli edifici in una scala che va dalla classe A4 (la più efficiente) alla G (meno efficiente).
In base a uno studio realizzato da Federcipicostruzioni, i cui dati sono stati ripresi tra l’altro anche dal sito RaiNews, in Italia il 77,9% degli edifici necessita di interventi di ristrutturazione più o meno importanti al fine di adeguarsi a quanto previsto dalla nuova direttiva.
Stiamo parlando di oltre i tre quarti del nostro patrimonio immobiliare e questo basta per capire che, se la direttiva europea sulle case green venisse definitivamente approvata nella sua versione attuale, la sfida per il nostro paese e per i proprietari di immobili interessati sarebbe cosa non da poco.
Posto che al momento l’iter legislativo che porterà all’approvazione del testo definitivo della direttiva non è ancora terminato e che, in ogni caso, spetterà poi a ciascuno Stato implementare le eventuali sanzioni per i proprietari di immobili che non vi si adegueranno nei tempi previsti, il rischio di svalutazione resta una variabile da considerare.
Nella sua versione attuale, la direttiva prevede infatti che tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica D entro il 2033. Da questo possiamo dedurre che gli edifici di classe inferiore andranno incontro a un deprezzamento che potrebbe rivelarsi anche piuttosto consistente.
Prova a pensarci un momento: chi vorrebbe acquistare una casa che deve per forza essere sottoposta a una ristrutturazione più o meno importante se non a fronte di un prezzo più basso rispetto al suo attuale valore di mercato?
Nel caso in cui l’immobile in questione venisse pignorato rischiando di finire all’asta, la situazione potrebbe rivelarsi persino peggiore. Perché? Lo vediamo nel prossimo paragrafo.
Perché una casa che non soddisfa i requisiti fissati dalla direttiva europea sulle case green rischia di perdere molto valore nel momento in cui finisce all’asta?
A questo riguardo, dobbiamo premettere che il rischio di svalutazione è già di per sé una componente dei meccanismi che regolano le aste immobiliari. Nel momento in cui un immobile finisce all’asta, questo rischia infatti di essere svenduto per la metà o addirittura un terzo del suo valore.
Del perché questo avvenga abbiamo già parlato in modo approfondito in altri post pubblicati su questo blog (a fondo pagina troverai dei link utili nel caso volessi saperne di più). Qui ci limiteremo a ricordare che le svalutazioni connesse alle aste immobiliari sono strettamente legate al problema del debito residuo, ovvero la parte di debito che continua a pesare sulle spalle del debitore dopo la vendita all’asta perché il ricavato si è rivelato insufficiente per saldare l’intero debito.
In altre parole, gli ex proprietari di casa rischiano di trovarsi ancora fortemente indebitati pur avendo perso la casa. Questo perché il loro immobile è stato svenduto e di conseguenza il ricavato non è bastato per saldare l’intero debito!
Con l’entrata in vigore della direttiva europea sulle case green, le svalutazioni tipiche delle aste immobiliari andranno a sommarsi al deprezzamento che riguarderà quegli immobili che non soddisfano i nuovi criteri in termini di efficienza energetica. Concretamente, in questi casi il rischio è quello di perdere la propria casa per una cifra letteralmente ridicola e di restare con un grosso debito ancora sulle spalle.
In tutto questo, non è da escludere che vengano previsti degli incentivi per chi si trova a dover ristrutturare il proprio immobile al fine di adeguarsi alla direttiva sulle case green. Per il momento, su questo aspetto non sono ancora state fornite indicazioni e si dovrà quindi attendere per saperne qualcosa di più.
Come abbiamo visto, il debito residuo è un grosso problema che già di per sé attanaglia le persone che perdono la casa all’asta. E, da questo punto di vista, con l’entrata in vigore della direttiva sulle case green la situazione potrebbe persino peggiorare.
Fortunatamente, esiste un modo per evitare le svalutazioni delle aste e azzerare tutti i debiti una volta per tutte. La nostra soluzione si chiama saldo e stralcio con rinuncia agli atti e in questo paragrafo ti spieghiamo come funziona.
Invece di aspettare che la tua casa venga svenduta all’asta rischiando di restare con un debito residuo, prendi contatto con tutti i creditori coinvolti nella procedura. L’obiettivo è quello di arrivare a un accordo sulla cifra da saldare per considerare il debito estinto, in modo che tu riesca ad azzerare tutti i tuoi debiti con la vendita della casa.
Per fare in modo che il debito venga azzerato, i creditori dovranno probabilmente accontentarsi di ricevere meno di quanto gli spetta. La buona notizia è che ci sono ottime probabilità che accettino: le aste sono molto rischiose anche per loro, in quanto nessuno è in grado di garantirgli se e quando riceveranno indietro i loro soldi. Con la nostra soluzione potranno invece contare sul fatto di ricevere subito la somma pattuita.
Una volta raggiunto l’accordo, non ti resterà che pagare i creditori per ottenere l’azzeramento di tutti i debiti. Dovrai comunque vendere la casa, ma questa volta lo farai evitando le svalutazioni delle aste e con la certezza di cancellare il debito una volta per tutte.
Nel momento in cui avranno ricevuto i loro soldi, i creditori saranno chiamati a firmare una rinuncia agli atti, con la quale rinunceranno ad avanzare qualsiasi ulteriore pretesa nei tuoi confronti, presente e futura. Si tratta di un documento fondamentale, che segna di fatto l’uscita definitiva dalla spirale del debito!
Noi di Case Italia ci occupiamo di risolvere il problema del debito nel nostro paese. Abbiamo già aiutato tantissime persone e tantissime famiglie a evitare la (s)vendita all’asta della loro casa e a ottenere la rinuncia agli atti.
Portiamo avanti la trattativa con i creditori, azzeriamo completamente il debito e la tua casa la compriamo direttamente noi. Così non devi nemmeno preoccuparti di trovare un acquirente per tempo!
Se la tua casa è stata pignorata, non perdere altro tempo! Visita il sito di Case Italia e contattaci! Valuteremo insieme la tua situazione per capire come risolverla nel migliore dei modi.
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