La nuova direttiva europea sulle case green è al momento uno dei temi più discussi in ambito immobiliare. Se segui il nostro blog regolarmente, sai che anche noi abbiamo cominciato a parlarne da circa un paio di settimane. La direttiva contiene infatti delle importanti novità che riguardano i proprietari di immobili e che potrebbero potenzialmente generare anche una serie di problemi per chi al momento non soddisfa i criteri in materia di efficienza energetica da essa stabiliti.
Nei precedenti articoli dedicati a questo argomento, abbiamo già parlato dei contenuti della nuova direttiva e dei rischi per tutti quei proprietari che rischiano di perdere la loro casa all’asta. Nel post di oggi torneremo anche su questi importanti aspetti, ma ci focalizzeremo in particolare sulle eccezioni previste dalla versione attuale della direttiva, per aiutarti a capire meglio se questa ti interesserà direttamente oppure no.
In ultimo, parleremo poi di saldo e stralcio con rinuncia agli atti che, in base alla nostra esperienza, è la migliore soluzione per evitare le svalutazioni tipiche delle aste a cui nel prossimo futuro potrebbero aggiungersi anche quelle derivanti dal mancato adeguamento alla direttiva europea sulle case green.
Dei contenuti della nuova direttiva europea abbiamo parlato in modo approfondito in un altro articolo pubblicato sempre qui sul nostro blog (troverai il link a fondo pagina, nel caso volessi saperne di più).
Volendo sintetizzare, lo scopo della nuova direttiva è quello di migliorare l’efficienza energetica degli edifici situati sui territori degli Stati membri. A questo proposito la sua versione attuale – che, sottolineiamo, non è ancora quella definitiva – prevede quanto segue:
Ricordiamo che le classi energetiche definiscono il livello di efficienza energetica degli edifici su una scala che va dalla classe A4 (più efficiente) alla G (meno efficiente).
Abbiamo visto che la nuova direttiva riguarda sia gli immobili residenziali sia quelli che hanno una destinazione d’uso diversa. Detto questo, sono previste alcune eccezioni, che riguardano in particolare le abitazioni secondarie, gli edifici storici, di culto, e le case singole di superficie inferiore ai 50 metri quadri.
Come puoi vedere, le tipologie di immobili che non dovranno adeguarsi sono poche: se possiedi una casa secondaria, di quella non dovrai probabilmente preoccuparti. Resta il fatto che tutte le abitazioni primarie dovranno in linea di principio adeguarsi ai nuovi criteri definiti dalla direttiva.
Il vero problema è che la gran parte del patrimonio immobiliare del nostro paese non risponde attualmente ai requisiti che verranno introdotti dalla direttiva. Questo per i proprietari interessati significa di fatto dover investire negli interventi di ristrutturazione necessari per adeguare l’efficienza energetica dei propri immobili. E quando la possibilità di ristrutturare non c’è, che cosa succede? Nel prossimo paragrafo parliamo delle possibili conseguenze.
Cosa succederà concretamente ai proprietari di immobili che non si adegueranno nei tempi previsti alla nuova direttiva non è ancora chiaro. Ricordiamo innanzitutto che la versione attuale non è ancora quella definitiva. La direttiva è stata approvata dal Parlamento europeo ed è attualmente al vaglio del Consiglio. Ne deriva che potrebbero essere introdotti dei cambiamenti.
Dopodiché, la direttiva dovrà essere recepita dagli ordinamenti degli Stati membri e, con tutta probabilità, spetterà poi a questi ultimi stabilire quali sanzioni implementare per chi mancherà di adeguarsi. A questo riguardo, è anche possibile che verranno previsti degli incentivi finanziari destinati a chi dovrà adeguare la classe energetica del proprio immobile, anche se per il momento non si sa nulla di preciso al riguardo.
In ogni caso, gli immobili che non rispondono ai criteri stabiliti dalla nuova direttiva andranno probabilmente incontro a un rischio di svalutazione che potrà essere più o meno elevato. Questo aspetto può trasformarsi in un grosso problema per i proprietari che vorranno vendere la loro casa senza avere però la possibilità di finanziare una ristrutturazione nell’ottica di migliorare l’efficienza energetica del proprio immobile.
Come abbiamo già sottolineato in uno dei nostri precedenti articoli, il rischio di svalutazione si fa ancora più concreto nel momento in cui la casa in questione rischia di finire all’asta. Gli immobili all’asta rischiano di svalutarsi già di per sé, questo a causa dei particolari meccanismi che entrano in gioco durante le aste immobiliari. Se a questo va ad aggiungersi anche la perdita di valore derivante dal mancato soddisfacimento dei requisiti in materia di efficienza energetica, capisci bene che gli ex proprietari potrebbero facilmente ritrovarsi con un pugno di mosche in mano: a quel punto il ricavato dell’asta non basterebbe neanche lontanamente per saldare il debito, che continuerebbe così a pesare sulle loro spalle anche dopo avere perso la casa all’asta!
Fortunatamente, esiste un modo per evitare le svalutazioni delle aste e azzerare tutti i debiti una volta per tutte. La nostra soluzione si chiama saldo e stralcio con rinuncia agli atti e in questo paragrafo ti spieghiamo come funziona.
Invece di aspettare che la tua casa venga svenduta all’asta rischiando di restare con un debito residuo, prendi contatto con tutti i creditori coinvolti nella procedura. L’obiettivo è quello di arrivare a un accordo sulla cifra da saldare per considerare il debito estinto, in modo che tu riesca ad azzerare tutti i tuoi debiti con la vendita della casa.
Per fare in modo che il debito venga azzerato, i creditori dovranno probabilmente accontentarsi di ricevere meno di quanto gli spetta. La buona notizia è che ci sono ottime probabilità che accettino: le aste sono molto rischiose anche per loro, in quanto nessuno è in grado di garantirgli se e quando riceveranno indietro i loro soldi. Con la nostra soluzione potranno invece contare sul fatto di ricevere subito la somma pattuita.
Una volta raggiunto l’accordo, non ti resterà che pagare i creditori per ottenere l’azzeramento di tutti i debiti. Dovrai comunque vendere la casa, ma questa volta lo farai evitando le svalutazioni delle aste e con la certezza di cancellare il debito una volta per tutte.
Nel momento in cui avranno ricevuto i loro soldi, i creditori saranno chiamati a firmare una rinuncia agli atti, con la quale rinunceranno ad avanzare qualsiasi ulteriore pretesa nei tuoi confronti, presente e futura. Si tratta di un documento fondamentale, che segna di fatto l’uscita definitiva dalla spirale del debito!
Noi di Case Italia ci occupiamo di risolvere il problema del debito nel nostro paese. Abbiamo già aiutato tantissime persone e tantissime famiglie a evitare la (s)vendita all’asta della loro casa e a ottenere la rinuncia agli atti.
Portiamo avanti la trattativa con i creditori, azzeriamo completamente il debito e la tua casa la compriamo direttamente noi. Così non devi nemmeno preoccuparti di trovare un acquirente per tempo!
Se la tua casa è stata pignorata, non perdere altro tempo! Visita il sito di Case Italia e contattaci! Valuteremo insieme la tua situazione per capire come risolverla nel migliore dei modi.
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