Sul pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate circolano tante informazioni e anche tanti falsi miti. Se hai un debito con il Fisco che non riesci a pagare, è importante che tu sappia esattamente come stanno le cose, altrimenti potresti trovarti in una situazione spiacevole che avresti probabilmente potuto evitare.
Nell’articolo di oggi vedremo insieme quando l’Agenzia delle Entrate può effettivamente pignorare la tua casa di proprietà e a quali degli altri tuoi beni potrebbe attaccarsi per cercare di recuperare il credito che vanta nei tuoi confronti. Parleremo poi delle principali opzioni a tua disposizione per negoziare le modalità di pagamento con il Fisco.
Da un certo punto di vista, può essere vero. Tutto dipende da cosa intendiamo per prima casa. In effetti, il Fisco è soggetto ad alcune restrizioni quando si tratta di pignorare un immobile, anche se per il debitore questo non significa per forza poter continuare a dormire sonni tranquilli. Vediamo dunque in quale caso l’Agenzia delle Entrate non può effettivamente pignorare la casa:
Solo se tutte e tre le condizioni sono soddisfatte il Fisco non può avviare la procedura di pignoramento. In caso contrario, lo potrà fare ma soltanto se:
Come vedi, l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di avviare una procedura di pignoramento immobiliare, ma solo a determinate condizioni. Ciò non toglie che abbia comunque altri mezzi a disposizione per cercare di recuperare quanto le è dovuto.
Come abbiamo già visto in alcuni articoli dedicati in modo specifico all’argomento, il pignoramento presso terzi è una particolare forma di pignoramento che, oltre a debitore e creditore, coinvolge anche un terzo soggetto.
Ciò avviene ad esempio quando il creditore decide di rifarsi sullo stipendio del debitore, sulla sua pensione oppure sul suo conto corrente. In questi casi saranno il datore di lavoro, l’Inps oppure la banca del debitore ad attuare il provvedimento emanato dal Tribunale. In concreto, saranno questi terzi soggetti a rendere effettivo il pignoramento, bloccando di fatto una parte dello stipendio, del conto corrente o della pensione del debitore.
Come i creditori privati, l’Agenzia delle Entrate può avvalersi del pignoramento presso terzi. Anche in questo caso però, la legge prevede dei limiti piuttosto stringenti e comunque superiori a quelli che valgono per i privati.
Per quanto riguarda lo stipendio e la pensione, al Fisco è consentito pignorare:
In merito alla pensione, bisogna poi considerare anche il minimo vitale, ovvero quell’importo che in tutti i casi non è pignorabile perché considerato strettamente necessario al sostentamento della persona. Questo viene fissato dall’Inps a cadenza annuale e per il 2022 ammonta a 702,15 euro (pari all’assegno sociale di 468,10 euro moltiplicato per una volta e mezzo).
Per quanto riguarda invece il conto corrente, dobbiamo distinguere tra i conti utilizzati unicamente per il versamento dello stipendio o della pensione e quelli invece preposti (anche) all’accredito di entrate di tipo diverso:
Se segui questo blog regolarmente, o comunque sei informato sul nostro modo di operare, sai che la nostra missione consiste nell’azzerare il debito delle persone che hanno la casa all’asta attraverso il saldo e stralcio con rinuncia agli atti. Così facendo, evitiamo che gli immobili dei debitori subiscano le svalutazioni tipiche delle aste immobiliari, finendo poi per lasciare gli ex proprietari con una consistente parte di debito ancora da pagare nonostante la perdita della casa.
In base alla nostra lunga esperienza, questo sistema costituisce la migliore alternativa alle aste immobiliari, perché è l’unico in grado di garantire al debitore di poter azzerare il debito attraverso la vendita della sua casa senza dover passare dalle aste, anche se l’immobile è già stato pignorato.
Quando però il creditore è l’Agenzia delle Entrate, le cose si fanno purtroppo più complicate. L’ottenimento della rinuncia agli atti richiede infatti il raggiungimento di un accordo con i creditori, che consenta di azzerare il debito versando solo una parte del suo effettivo ammontare. Se la maggior parte dei creditori è propensa ad accettare questo tipo di compromesso, perché in cambio gli offre il grande vantaggio di ottenere subito la somma pattuita, con il Fisco le cose stanno diversamente.
In linea di principio, l’Agenzia delle Entrate non conclude accordi del genere, perché questo significherebbe di fatto attuare una discriminazione nei confronti di tutti quei contribuenti che invece pagano le imposte fino all’ultimo centesimo.
Da quanto hai letto finora, avrai ormai capito che il pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate è una possibilità, pur essendo soggetto a limiti piuttosto stringenti. D’altra parte, in questo caso specifico il “classico” saldo e stralcio con rinuncia agli atti non è in linea di principio attuabile. Come fare allora per cercare di risolvere il problema del debito?
Una particolare forma di saldo e stralcio delle cartelle è stata introdotta da una legge del 2018: ad alcune condizioni particolari, rende possibili la riduzione degli importi dovuti e l’azzeramento di interessi di mora e altre sanzioni. La misura si rivolge però unicamente alle persone fisiche che versano in comprovata difficoltà economica (l’ISEE del nucleo familiare non deve superare i 20.000 euro). Soprattutto, si applica unicamente ai debiti la cui riscossione è stata affidata all’Agenzia delle Entrate tra il 2000 e il 2017.
Inoltre, è stata recentemente introdotta la possibilità di stralciare le cartelle di importo non superiore ai 5.000 euro se la riscossione è stata affidata all’Agenzia tra il 2000 e il 2010 e se il reddito annuo del debitore non ha superato i 30.000 euro nel 2019.
Un’altra possibilità, che è anche quella più comunemente adottata da chi ha accumulato debiti nei confronti del Fisco, è costituita dalla rateizzazione:
Da ormai quindici anni, noi di Case Italia diamo il nostro contributo alla risoluzione del problema del debito nel nostro paese. E lo facciamo operando nel settore immobiliare in modo etico e sostenibile.
Oggi abbiamo visto che i debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate costituiscono un caso a sé stante e che per estinguerli occorre avvalersi delle modalità messe a disposizione dal Fisco stesso. In tutti gli altri casi, possiamo intervenire in modo efficace per evitare l’asta immobiliare, ottenere la rinuncia agli atti e risolvere in modo definitivo il problema dell’indebitamento.
Il nostro obiettivo è quello di aiutare le famiglie che rischiano di perdere la loro casa all’asta ad azzerare tutti i loro debiti, subito e una volta per tutte!
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