Nel nostro precedente articolo, abbiamo esplorato il tema del pignoramento della prima casa, delineando le complesse implicazioni legali e finanziarie di questo processo. Abbiamo parlato di quali sono i requisiti essenziali per l'avvio della procedura, le circostanze in cui la prima casa può essere soggetta a pignoramento e i limiti legali che ne regolamentano l'esecuzione.
Oggi, approfondiremo ulteriormente questo argomento focalizzandoci sulle fasi concrete della procedura di pignoramento e sulle strategie pratiche per evitare che ciò accada. Capire come funziona il processo di pignoramento e quali azioni preventive è possibile intraprendere è cruciale per proteggere il proprio patrimonio e affrontare le sfide finanziarie con maggiore sicurezza.
Ma andiamo nel dettaglio.
Abbiamo già visto che il pignoramento della prima casa è una procedura legale che può essere attuata da un creditore nei confronti di un debitore che non ha saldato i suoi debiti. Questa azione rientra nella categoria più ampia del pignoramento immobiliare e permette al creditore di recuperare il proprio credito mediante la vendita all'asta degli immobili del debitore esecutato.
Il processo di pignoramento della prima casa è suddiviso principalmente in tre fasi chiave:
Il pignoramento della prima casa comporta inevitabilmente la perdita dell'abitazione e il trasferimento della proprietà al nuovo acquirente. Durante il procedimento, il debitore può restare nell'immobile fino alla sua assegnazione definitiva, salvo casi particolari. Tuttavia, è importante che il debitore mantenga l'immobile in buono stato, paghi regolarmente le spese condominiali e le imposte locali per evitare ulteriori problemi legali.
Il pignoramento della prima casa può essere attuato in una vasta gamma di situazioni in cui il debito è di natura privata. Questo può verificarsi quando il creditore è:
una banca o una finanziaria che ha erogato un prestito non restituito;
un dipendente che reclama lo stipendio arretrato;
un condominio che richiede la quota di spese condominiali non pagate;
un ex coniuge titolare di mantenimento che non ha ottenuto soddisfazione pignorando lo stipendio per crediti alimentari;
un fornitore di beni o servizi a cui non è bastato pignorare la merce in negozio o la quota della Srl.
È importante notare che la legge non stabilisce limiti minimi o massimi al debito per cui la prima casa può essere soggetta a pignoramento. Ciò significa che anche per importi relativamente bassi, il creditore ha la facoltà di avviare la procedura esecutiva. Tuttavia, è da considerare che il giudice dell’esecuzione valuta se il vincolo è proporzionato al valore del credito.
Inoltre, va tenuto presente che il pignoramento immobiliare comporta costi elevati e tempi lunghi, il che può scoraggiare il creditore dall'intraprendere questa strada. La procedura può richiedere diversi mesi, se non anni, prima che si giunga alla vendita forzata dell'immobile e alla distribuzione dei proventi tra i creditori. Questo fattore può influenzare la decisione del creditore di perseguire il pignoramento della prima casa o di cercare altre vie per recuperare il credito.
Come evidenziato in precedenza, se i debiti non pagati sono stati contratti con soggetti privati come banche, finanziarie, fornitori o altri creditori, la prima casa è sempre soggetta a pignoramento, indipendentemente dall'importo del debito o dalla situazione familiare del debitore.
Nonostante questa realtà, esistono strategie preventive o difensive per evitare il pignoramento della prima casa:
Ipoteca Volontaria: questa è un'opzione attraverso cui il debitore offre al creditore la garanzia del proprio immobile per ottenere una dilazione o una riduzione del debito. L'obiettivo è convincere il creditore a rinunciare al pignoramento, permettendo al debitore di mantenere la proprietà della casa, a condizione che rispetti il piano di pagamento concordato.
Transazione: questa strategia implica la stipula di un accordo contrattuale tra il debitore e il creditore per trovare una soluzione alternativa al pignoramento, come il pagamento di una somma minore o la cessione di altri beni.
Fondo Patrimoniale: si tratta di un istituto giuridico che consente di destinare alcuni beni della famiglia, inclusa la prima casa, a uno scopo di interesse familiare. I beni inseriti in questo fondo non possono essere pignorati per debiti contratti successivamente alla sua costituzione, a meno che non siano stati destinati al mantenimento della famiglia stessa.
Decreto sul Sovraindebitamento: questa normativa permette ai debitori in gravi difficoltà economiche di accedere a procedure stragiudiziali o giudiziali per rinegoziare o estinguere i propri debiti. È possibile presentare un piano del consumatore o una proposta di accordo con i creditori che preveda il mantenimento della prima casa o la sua vendita a condizioni più favorevoli per il debitore.
Se i debiti derivano da cartelle esattoriali relative a tributi e/o altre sanzioni amministrative non pagate, la prima casa non può essere oggetto di pignoramento se si verificano due condizioni:
Presso l'immobile è registrata la residenza del debitore.
Il debitore non possiede né acquisisce altri immobili, nemmeno come comproprietario. L'impignorabilità della prima casa si applica solo se l'immobile costituisce anche l'unica abitazione del debitore.
Questa protezione è valida solo per debiti tributari superiori a 120.000 euro e solo se il debitore non possiede altri immobili con un valore superiore a tale importo. Inoltre, l'Agenzia delle Entrate deve seguire una procedura specifica per permettere l'estinzione del debito o proporre un piano di rateizzazione.
Se il debitore non adempie entro i termini stabiliti, l'Agenzia delle Entrate può procedere al pignoramento della prima casa, ma deve rispettare criteri di proporzionalità e ragionevolezza.
Cosa puoi fare per evitare tutto questo? A pignoramento avvenuto hai ancora la possibilità di evitare l’asta e il conseguente problema del debito residuo? Per fortuna, la risposta è sì! Negoziare un saldo e stralcio con rinuncia agli atti può ancora portarti ad azzerare il debito evitando le speculazioni delle aste.
Ecco come funziona: invece di aspettare che la tua casa venga (s)venduta all’asta, entri in contatto con i creditori coinvolti nella procedura esecutiva. L’obiettivo? Trovare con loro un accordo sulla cifra da saldare per considerare il debito estinto, che ti consenta di azzerare tutti i tuoi debiti con la vendita della casa.
Essendo il principale scopo della procedura quello di riuscire ad azzerare il tuo debito, i creditori dovranno probabilmente accontentarsi di ricevere meno di quanto gli spetta. Ma indovina un po’? Ci sono comunque ottime probabilità che accettino: le aste sono molto rischiose anche per loro, in quanto nessuno è in grado di garantirgli se e quando riceveranno indietro i loro soldi. Con la nostra soluzione potranno invece contare sul fatto di ricevere subito la somma pattuita.
Una volta raggiunto l’accordo, non ti resterà che pagare i creditori per ottenere l’azzeramento di tutti i debiti. Dovrai comunque vendere la casa, ma questa volta lo farai evitando le svalutazioni delle aste e con la certezza di cancellare il debito una volta per tutte.
Nel momento in cui avranno ricevuto i loro soldi, i creditori saranno chiamati a firmare una rinuncia agli atti, con la quale rinunceranno ad avanzare qualsiasi ulteriore pretesa nei tuoi confronti, presente e futura. Si tratta di un documento fondamentale, che segna di fatto la tua uscita definitiva dalla spirale del debito!
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