Se segui il nostro blog regolarmente, sai che nelle scorse settimane ci siamo focalizzati sulla riforma Cartabia e sulle importanti novità che questa andrà a introdurre nella procedura esecutiva immobiliare. In particolare, abbiamo parlato della nuova possibilità per il debitore di vendere il proprio immobile direttamente anche dopo il pignoramento e dell’accelerazione delle tempistiche di liberazione degli immobili all’asta.
Nel post di oggi tratteremo un altro aspetto che riguarda le novità introdotte dalla riforma, che consiste nella possibilità per il creditore di chiedere la sospensione del termine di efficacia del precetto a determinate condizioni. Questo significa che, nei casi previsti, i creditori avranno più tempo a disposizione per avviare il pignoramento a partire dalla notifica del precetto al debitore, aumentando quindi le probabilità di individuare i beni da pignorare.
Una volta chiarito questo punto, ti presenteremo anche la nostra soluzione pensata per chi rischia di perdere la propria casa all’asta, l’unica in grado di garantire l’azzeramento immediato di tutti i debiti evitando le svalutazioni tipiche delle aste immobiliari!
Nell’ambito della procedura esecutiva, spetta al creditore indicare quali beni del debitore debbano essere sottoposti a pignoramento. Ciò presuppone il fatto che il creditore sappia di quali beni quest’ultimo sia in possesso. Molte volte, si tratta anche di capire se il debitore sia effettivamente in grado di soddisfare il credito e se valga quindi la pena di avviare il pignoramento.
Nel caso di un credito ipotecario, in cui il creditore ha fatto iscrivere a suo tempo un’ipoteca su un immobile di proprietà del debitore, la questione non pone particolari problemi, nel senso che il creditore è ovviamente a conoscenza dell’esistenza del bene. Quando però il creditore non vanta alcuna ipoteca, deve darsi da fare e mettersi alla ricerca dei beni posseduti dal debitore per decidere poi quali sottoporre a pignoramento.
Al fine di semplificare questo compito non sempre facile, il nostro ordinamento prevede la possibilità per il creditore munito di un titolo esecutivo di presentare istanza al Tribunale per ottenere l’autorizzazione a effettuare una ricerca telematica.
Tale ricerca viene concretamente effettuata dall’ufficiale giudiziario che, una volta ottenuta l’autorizzazione da parte del Tribunale, procede a consultare le banche dati rilevanti, prime fra tutte l’anagrafe tributaria e l’anagrafe dei conti correnti. In questo modo, è più facile per il creditore risalire ai beni di proprietà del debitore e decidere poi se proseguire con il pignoramento e quali beni far pignorare.
Nel paragrafo precedente abbiamo fatto il punto su come stanno attualmente le cose. Cosa cambierà con la riforma Cartabia? In buona sostanza, il creditore verrà facilitato nella ricerca telematica dei beni da pignorare. Vediamo come.
Il termine di efficacia del precetto esecutivo, cioè il tempo che il creditore ha a disposizione per avviare la procedura esecutiva dal momento della notifica del precetto al debitore, è di 90 giorni. Con la riforma Cartabia, tale termine potrà essere sospeso nel caso in cui il creditore presenti un’istanza per la ricerca dei beni da pignorare attraverso la modalità telematica, concedendo di fatto più tempo per venire a conoscenza dei beni di proprietà del debitore. La sospensione resterà in vigore fino a quando l’ufficiale giudiziario non avrà concluso la ricerca, sia in caso di esito positivo o negativo.
C’è poi anche un altro aspetto che contribuisce a semplificare la procedura. Dall’entrata in vigore della riforma, non sarà più necessario richiedere l’autorizzazione del Tribunale per procedere alla ricerca telematica nel caso in cui la relativa istanza venga presentata dopo la notifica del precetto e il decorso del termine di 10 giorni che il creditore deve attendere per avviare la procedura esecutiva. Nel caso in cui l’istanza venga invece presentata prima sulla base di un presupposto di urgenza, allora l’autorizzazione sarà ancora necessaria.
A questo punto, potresti essere portato a pensare che questa novità introdotta dalla riforma Cartabia non riguardi nello specifico il pignoramento immobiliare. In effetti, come abbiamo sottolineato poco sopra, se un creditore ha fatto iscrivere ipoteca sull’immobile del debitore, non si pone il problema della ricerca dei beni da pignorare.
Resta il fatto che, come previsto dall’articolo 2740 del Codice civile, “il debitore risponde dell’adempimento delle proprie obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri”. Ne consegue che un creditore può chiedere il pignoramento di un immobile di proprietà del debitore anche senza avervi fatto iscrivere un’ipoteca in precedenza. In quest’ultimo caso, a partire dall’entrata in vigore della riforma il creditore sarà più facilitato nel reperire i beni da sottoporre a pignoramento, inclusi quelli immobiliari.
Ora che abbiamo chiarito anche questo aspetto della riforma Cartabia, vorremmo soffermarci un momento su una questione fondamentale per chi rischia di perdere la propria casa all’asta.
In molti credono che, una volta persa la casa all’asta, tutti i debiti si chiudano automaticamente. Ma purtroppo la realtà è ben diversa. Durante le aste immobiliari si innescano dei particolari meccanismi di svalutazione che spingono notevolmente al ribasso i prezzi degli immobili. Di conseguenza, molto spesso il ricavato non basta per saldare i debiti degli ex proprietari, che si ritrovano così ancora fortemente indebitati pur avendo perso la loro casa!
Per fortuna una soluzione a questo problema esiste. Si chiama saldo e stralcio con rinuncia agli atti ed è di fatto l’unico modo per evitare le svalutazioni delle aste e azzerare al contempo tutti i debiti.
Ecco come funziona: invece di aspettare che la tua casa venga svenduta all’asta rischiando di restare con un debito sulle spalle, prendi contatto con tutti i creditori coinvolti nella procedura. L’obiettivo è quello di arrivare a un accordo sulla cifra da saldare per considerare il debito estinto, cosicché tu riesca ad azzerare tutti i debiti con la vendita del tuo immobile.
Per fare in modo che il tuo debito venga azzerato, i creditori dovranno probabilmente accontentarsi di ricevere meno di quanto gli spetta. Nonostante questo, ci sono ottime probabilità che accettino: le aste sono molto rischiose anche per loro, perché nessuno è in grado di garantirgli se e quando riceveranno indietro i loro soldi. Con la nostra soluzione potranno invece contare sul fatto di ricevere subito la somma pattuita.
Una volta raggiunto l’accordo, non ti resterà che pagare i creditori per ottenere l’azzeramento di tutti i tuoi debiti. Dovrai comunque vendere la casa, ma questa volta eviterai le svalutazioni delle aste e avrai la certezza di cancellare il debito una volta per tutte.
Nel momento in cui avranno ricevuto i loro soldi, i creditori saranno infatti chiamati a firmare una rinuncia agli atti, con la quale rinunceranno ad avanzare qualsiasi ulteriore pretesa nei tuoi confronti, presente e futura. Si tratta di un documento fondamentale, che segna di fatto la tua uscita definitiva dalla spirale del debito!
Noi di Case Italia ci occupiamo di risolvere il problema del debito nel nostro paese. Abbiamo già aiutato tantissime persone e tantissime famiglie a evitare la (s)vendita all’asta della loro casa e a ottenere la rinuncia agli atti.
Portiamo avanti la trattativa con i creditori, azzeriamo completamente il debito e la tua casa la compriamo direttamente noi. Così non devi nemmeno preoccuparti di trovare un acquirente per tempo!
Se la tua casa è stata pignorata e anche se è già all’asta (ma non è ancora stata venduta), non perdere altro tempo! Visita il sito di Case Italia e contattaci! Valuteremo insieme la tua situazione per capire come risolverla nel migliore dei modi.
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